skip to content

La Freccia Rotta... un anno dopo

Un anno fa, come oggi, veniva realizzata l’operazione “Freccia Rotta” organizzata dal Presidente della provincia regionale di Catania Giuseppe Castiglione, un’iniziativa provocatoria nei confronti della stessa politica.
All’operazione presero parte consiglieri comunali, provinciali, deputati regionali e nazionali, tutti armati di buone speranze per cercare di capire l’annoso problema delle infrastrutture in Sicilia e per rendersi conto di persona, cosa significasse viaggiare in treno.
Ad un anno esatto da questa operazione, chiediamo al presidente della provincia di Catania Giuseppe Castiglione di fare un bilancio su quanto è stato detto un anno fa, e su quanto è stato realizzato un anno dopo.
In questo anno di Freccia Rotta un po’ tutta la classe politica regionale e nazionale, ha cavalcato l’operazione messa in campo dal presidente della provincia di Catania con i vari proclami: bastano 20/30 milioni di euro per ammodernare e velocizzare la Catania-Palermo compresi i veloci pendolini e un po’ tutti a scommettere e a proporre l’orario di percorrenza che andava dalle 3 ore sino alle 2 ore e 30, ma a tutt’oggi si continua a percorrere tale tratta con una coppia di treni che impiega 3 ore (facendo poche fermate), alcuni che ne impiegano dalle 4 ore alle 4 ore e 10 e qualcun altro che ne impiega 5 ore e 7 minuti.
A parte i vari proclami e non per ultimo, il sottosegretario ai trasporti Reina, che annunciava sulle pagine dei quotidiani siciliani di avere trovato i 20 milioni di euro disponibili per velocizzare finalmente la Catania-Palermo, in tale proposta vi erano anche descritte le eventuali fermate da effettuare ad eccezione di quella di Enna.
Considerato che Enna costituisce in entrambi i sensi di marcia, sulla Catania-Palermo, un grosso polo universitario e quindi un grosso bacino di utenza,, non riusciamo a capire il perché non è stata inserita e/o considerata la fermata alla stazione di Enna Bassa.
Ma lasciando perdere l’importanza di questa o quella fermata, il dato di fatto al momento è che non è cambiato nulla sulla relazione ferroviaria Catania-Palermo, da qualsiasi punto di vista. Tra l’altro, occorre far notare le stranezze della politica siciliana, che da un lato si batte per ricercare fondi e risorse per cercare di migliorare le tratte ferroviarie dove al momento non viaggia quasi nessuno, dall’altro lato invece, non prende atto della scomparsa dei 1970 milioni di euro dai contratti di programma per il raddoppio della relazione ferroviaria Fiumefreddo-Giampilieri e di cui non si hanno più tracce compreso l’attuale Contratto di programma 2007-2011.
Queste sono le stranezze, della politica siciliana, che desideriamo denunciare all’opinione pubblica, soldi stanziati che scompaiono nel nulla, senza che la politica siciliana chieda conto della scomparsa di questo finanziamento per il completamento del raddoppio Fiumefreddo-Giampilieri, dorsale ferroviaria dove ogni giorno si spostano decine di migliaia di persone per raggiungere Siracusa, Ragusa, Enna, Agrigento, Caltanissetta.
Non è possibile che la politica siciliana faccia finta di nulla sulla scomparsa dei 1970 milioni di euro per completare un’opera importante quale è la dorsale ionica e che invece elemosini i pochi milioni di euro per un ammodernamento che così come è paventato non porta a nulla, e se tra l’altro non terrà in considerazione del flusso di utenza che il polo universitario di Enna movimenta.
La politica siciliana dovrebbe viaggiare più spesso in treno per rendersi conto dello stato in cui versano le strade ferrate, i servizi ferroviari offerti e le infrastrutture anziché viaggiare sui fiumi di parole e di inchiostro.
Giosuè Malaponti
Coordinatore - COMITATO PENDOLARI ME – CT - SR